Anche se fin dalla nascita siamo permeati dalla cultura di appartenenza che è quella occidentale, capita spesso, nel corso della vita, di avere a che fare anche con concetti ed usanze mutuati dalla cultura orientale, tanto antica e millenaria tanto complessa da comprendere nei suoi significati più profondi.

Tante volte, ad esempio, abbiamo sentito parlare dei “Chakra”, soprattutto con riferimento al benessere del nostro corpo e della nostra anima, ma quasi certamente non sappiamo con precisione a cosa si fa riferimento.
Da dove deriva il termine Chakra
Iniziamo subito col dire che il termine Chakra deriva precisamente dalla lingua sanscrita, e letteralmente significa “ruota, cerchio o disco”.
Questa parola è utilizzata per rappresentare i centri energetici del nostro corpo, che hanno il compito di “ricevere e distribuire” la nostra energia vitale.
In ogni persona esistono 7 chakra, ovvero 7 poli energetici attraverso i quali l’energia dell’individuo viene regolata, modellata e potenziata per fare fronte alle esigenze quotidiane. I sette chakra corrispondono ognuno ad una diversa parte del corpo e sono responsabili di diverse funzioni corporee e mentali.
Quando tutti i chakra sono in linea, ovvero aperti e ricettivi, e funzionano correttamente, l’individuo vive bene, in pace con se stesso e gli altri.
Quando invece un chakra è “bloccato” oppure “ostruito”, sono consigliate le tecniche di meditazione, di guarigione e gli stili di vita orientali orientati alla riapertura appunto dei chakra.
Nella cultura di appartenenza i chakra vengono anche chiamati Padma, cioè loto: sono infatti rappresentati come fiori di loto chiusi, semichiusi, o aperti, con differenti numeri di petali che aumentano mano a mano che salgono verso l’alto.