Unicef Colera nello Yemen: catastrofe biblica

VEB

E’ stata definita come una catastrofe di proporzioni bibliche quella che si sta consumando nello Yemen, la denuncia arriva direttamente dal Fondo della Nazioni Unite per l’infanzia ovvero l’Unicef, un argomento che pare non interessare ai più e alla maggior parte dell’opinione pubblica, non ci tocca personalmente dunque è di poco conto, a quanto pare.

Colera nello Yemen, la catastrofe di proporzioni bibliche: la denuncia dell’Unicef.

Le preoccupazioni sono direttamente proporzionali alle distanze. Più l’evento che può destare preoccupazione è lontano da noi, e minore è il nostro interesse.

In fondo il ragionamento è cinico: i riverberi di quello che succede laggiù, essendo lontano, ci toccano in maniera molto parziale, soprattutto in termini pratici.

Ovviamente questo non è un ragionamento che vale per tutti, ma purtroppo vale per molti.

E comunque, fortunatamente e cinismo a parte, esistono meritorie organizzazioni internazionali che si preoccupano di eventi disastrosi, indipendentemente dalla collocazione geografica e dalle etnie. In tutto il mondo e 24 ore su 24.

L’Unicef è una di queste, quella che si occupa della salute dei bambini a livello planetario.

Ed è proprio questa organizzazione che si sta dando molto da fare in queste settimane a causa della conclamata e diffusa epidemia di colera in atto nello Yemen. Colera vuol dire sporcizia, malnutrizione, estrema povertà, morte.

Questo minuscolo Stato all’estremità meridionale della Penisola Arabica, sta vivendo una sua ulteriore crisi di proporzione bibliche.

Guerre, terrorismo, povertà e infine l’emergenza sanitaria estrema. Secondo l’Unicef ogni giorno 5.000 persone sono colpite da diarrea acuta acquosa: fra queste il 50% sono bambini e ragazzi.

Ogni minuto un bambino si ammala di colera e il 25% delle morti causate da questa terribile patologia, è rappresentato da individui in tenerissima età.

Nello Yemen 2 milioni di bambini sono gravemente malnutriti, ciò che li rende più deboli e vulnerabili, quindi maggiormente esposti a malattie come il colera.

La settimana passata sono arrivati nel piccolo Stato due aerei cargo che trasportano a bordo quasi un milione di bustine di sale per la reidratazione orale, che sono sufficienti per curare centomila persone.

Inoltre, sono arrivate anche 1,2 milioni di compresse di cloro utili alla depurazione dell’acqua la cui scarsità, unita alla potabilità, è forse il problema principale.

Inoltre l’Unicef è riuscita a raggiungere 4 milioni di persone portando acqua pulita e servizi igienici, nonché elettricità e combustibile utili per far funzionare le centrali per il pompaggio e il trattamento chimico dei sistemi di approvvigionamento idrico.

Al momento centinaia di volontari, debitamente formati, sono all’opera per depurare pozzi privati, cisterne e serbatoi d’acqua.

Ma la battaglia è ancora lunga e durissima, soprattutto in favore degli esseri umani più deboli: i bambini.

Tutto questo lontano dalle nostre menti, dalla nostra sensibilità, dalla nostra voglia di un intervento diretto, dai nostri confini nazionali. Ma c’è sempre la possibilità di ripensarci.

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