Per i millennial e gli anziani, ricevere una notifica di nuova posta elettronica non era fonte di stress. Molte persone oltre i trent’anni ricordano con piacere l’eccitazione di ricevere email da amici, familiari o anche inserzionisti nei primi giorni dell’email.

Contrastando con queste reminiscenze, per i membri più giovani della generazione Z, aprire la propria casella di posta elettronica può evocare ansia simile a quella di una condanna severa.
“La generazione Z sembra soffrire particolarmente lo stress legato alle email“, ha spiegato Esteban Touma, esperto di linguistica e cultura per Babbel, una piattaforma di apprendimento linguistico. Un sondaggio recente condotto da Babbel su 2.000 lavoratori statunitensi ha rivelato che i giovani tra i 18 e i 24 anni sono più inclini ad accumulare email non lette, con oltre un terzo di loro che ammette di avere più di 1.000 messaggi in sospeso.
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Per questi giovani lavoratori, l’accumulo di email non risposte genera una pressione considerevole a gestire, leggere e rispondere in modo appropriato. Quando rispondono, quasi un giovane su cinque della generazione Z ammette di pentirsi spesso delle email inviate. La formalità richiesta dalle email, a differenza degli SMS o dei messaggi diretti sui social media, crea disagio tra i ventenni, abituati a una comunicazione più immediata e informale su piattaforme come Snapchat e Instagram.
Touma ha osservato che la struttura e la formalità delle comunicazioni via email possono risultare aliene e complicate per molti giovani, che si sentono oppressi dall’ansia associata a questa forma di comunicazione.
“La parte più difficile del mio lavoro è scrivere email,” confessa un giovane in un video diventato virale, “Mi ci vorranno 30 minuti per redigere e inviare un’e-mail di tre frasi.”
Oltre alla sfida rappresentata dalle email, la generazione Z rifiuta alcuni aspetti della cultura del lavoro tradizionale, come l’emoji del pollice in su, considerata ostile, e preferiscono orari di lavoro più flessibili.
Nonostante questi ostacoli, Touma rimane ottimista. Consiglia ai giovani professionisti di rispondere ai messaggi urgenti entro un paio d’ore e a quelli meno urgenti entro 24 ore. Suggerisce inoltre di impostare filtri per organizzare automaticamente le email per argomento e urgenza e di designare orari specifici per controllare e rispondere alle email.
Consiglia anche di cancellarsi da newsletter e liste di posta irrilevanti per ridurre lo stress e migliorare la gestione delle proprie comunicazioni elettroniche.
Fonte@NYPost
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