Mais, quello OGM non nuoce alla salute né all’ambiente

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Il mais (Zea mays) è una pianta che appartiene alla famiglia delle Graminacee.  Il mais da noi è noto anche come granturco, a sottolineare la sua provenienza esotica. Appartiene alla stessa famiglia di frumento, orzo, riso, segale, avena e miglio.

Dal Sud America è arrivato in Europa al seguito di Cristoforo Colombo, ma altre fonti sostengono sia giunto al seguito dei marinai scandinavi che, sembra, lo avessero importato tempo prima nel corso delle loro svariate navigazioni oceaniche.

Comunque sia, questa pianta si adattò molto bene alle condizioni climatiche europee e dilagò, come coltivazione, anche nelle campagne italiane, così da divenire la base dell’alimentazione delle aree contadine e per le popolazioni più povere, creando problemi di carenze nutritive non da poco.

Contiene carboidrati, proteine (ma di qualità inferiore rispetto a quelle di altri cereali), grassi prevalentemente insaturi, vitamine (la varietà gialla presenta la pro vitamina A o carotene, che ha azione antiossidante ed un contenuto elevato del carotenoide luteina) e molti sali minerali (soprattutto ferro, fosforo, magnesio e potassio).

Ha proprietà diuretica, emolliente, energetica, colagoga (stimola le funzioni di fegato e bile), nutritiva e ricostituente. E’ particolarmente attivo sulla tiroide, di cui rallenta il metabolismo, ed è adatto in caso di nervosismo e facile eccitabilità. Rafforza cuore ed apparato circolatorio, oltre che muscoli ed ossa. Può essere inserito, senza problemi nella dieta dei diabetici (è tra l’altro ricco di cromo, elemento che aumenta la tolleranza al glucosio) ed è privo di glutine, quindi adatto ai celiaci e in fase di svezzamento.

Il mais cresce e si riproduce con successo a temperature superiori ai 10°C; tollera bene le latitudini con periodi notturni molto lunghi e, grazie al contenuto in molecole difensive naturali, risulta particolarmente resistente all’attacco dei parassiti. D’altro canto, il mais NON sopporta la siccità e specie negli ultimi anni è stato oggetto del preoccupante fenomeno delle aflatossine. Ne esistono anche due specie geneticamente modificate.

Mais, quello OGM non nuoce alla salute né all’ambiente

Mais quello OGM non nuoce alla salute

Esiste il mais resistente alla piralide, che è un parassita di questa pianta. Un parassita che, prima che esistesse la varietà OGM, veniva distrutto con sostanze chimiche che nel mais OGM non c’è bisogno di utilizzare; insomma, alla fine il mais avrà meno residui chimici perché è in grado di distruggere questo parassita per conto proprio.

Esiste inoltre il mais resistente al glifosate, che è un erbicida. Visto che le piante infestanti sono un bel problema in agricoltura, qualunque cosa si coltivi, e vanno estirpate a mano, questa invenzione diversi anni fa fu vista come un buon modo per ridurre la fame nel mondo.

Per anni si è pensato che il mais OGM potesse essere nocivo per la salute, ma una recente ricerca è arrivato a smentirlo categoricamente.

Nello specifico, una ricerca della Scuola Superiore di Sant’Anna e dall’Università di Pisa scuote il mondo ecologista: il mais ogm non è rischioso per la salute umana è l’esito in sostanza di questo studio che è la prima e più vasta analisi dei dati relativi a 21 anni di coltivazioni nel mondo.

«Questa analisi fornisce una sintesi efficace su un problema specifico molto discusso pubblicamente», ha rilevato la coordinatrice della ricerca, Laura Ercoli, docente di Agronomia e Coltivazioni Erbacee all’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna. Con lei hanno lavorato Elisa Pellegrino, Stefano Bedini e Marco Nuti. Tutti gli autori rilevano che «lo studio ha riguardato esclusivamente l’elaborazione rigorosa dei dati scientifici e non l’interpretazione `politica´ dei medesimi» e ritengono che i dati appena pubblicati permettano di «trarre conclusioni univoche, aiutando ad aumentare la fiducia del pubblico nei confronti del cibo prodotto con piante geneticamente modificate».

La coltivazione di mais transgenico “presenta produzioni superiori, contribuisce a ridurre la presenza di insetti dannosi e contiene percentuali inferiori di sostanze tossiche che contaminano gli alimenti e i mangimi animali“. E a fronte di questo “non comporta maggiori rischi per la salute umana, animale e ambientale”.

Mentre continua il dibattito scientifico, commenta la Coldiretti, i pareri dei cittadini restano fortemente diffidenti agli organismi geneticamente modificati nel piatto sia in Italia che in Europa. Lo dimostra il fatto che sono rimasti solo due Paesi, Spagna e Portogallo, a seminare ogm in Europa, dove si registra un ulteriore calo del 4,3% in un anno della superficie coltivata, secondo l’analisi Infogm.

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