Oltreoceano l’emergenza coronavirus è stata presa a dir poco sottogamba, questa è la cruda realtà.
Se infatti ieri Donald Trump ha dichiarato l’emergenza nazionale, sono un paio di giorni prima, attraverso i social, scherniva il resto del mondo che già combatteva contro la pandemia, dichiarando quanto fosse stupido preoccuparsi per una forma di influenza, quando poi già la “tradizionale” influenza uccida ogni anno migliaia di persone senza che nessuno se ne curi.
La conferma della loro impreparazione dinanzi all’emergenza, che noi ci auguriamo con colpisca l’America come sta facendo qui da noi, arriva dalle dichiarazioni di un personaggio noto anche nella nostra televisione.
Il dottor Christian Jessen, protagonista della serie tv inglese Malattie imbarazzanti (Embarrassing Bodies, trasmesso su Channel 4), tirato in ballo per un commento dall’emittente britannica Fubar Radio’s, ha parlato di emergenza coronavirus e del nostro paese:
“Potrebbe essere un pochino razzista da dire, dovete scusarmi, ma non vi sembra una scusa questa? – ha detto -. Gli italiani, per qualsiasi motivazione, sono pronti a spegnere tutto e a smettere di lavorare, così da concedersi una lunga siesta”. In generale, il dottor Jessen ha poi concluso: “Penso veramente sia solo un brutto raffreddore e le persone sono molto più preoccupate di quanto dovrebbero”.
Dichiarazioni altamente fuori luogo, che hanno scatenato una miriade di commenti negativi, tra cui spicca quello del virologo Roberto Burioni: “Non è il momento delle polemiche ma quando un cretino insulta gravemente tutto un popolo che sta lottando per la propria vita, con oltre mille persone morte e altrettante in rianimazione, non si può tacere. Non so se questo programma sia in qualche canale italiano: se così fosse dobbiamo pretendere che sia sospeso immediatamente. Infine, ricordiamoci che ci sono cose peggiori che prendere il coronavirus, tipo nascere con un cervello simile a quello di questo idiota. E in questo specifico caso ‘idiota’ non è un insulto, ma una diagnosi gratuita. Vergogna!”.