Negli ultimi mesi si è sentito parlare molto di “meningite”, scatenando sovente la paura di un’epidemia imminente che, per fortuna, ad oggi è più mediatica che reale.
Per chi non ne fosse a conoscenza, col termine “meningite” ci si riferisce a una condizione clinica di gravità variabile, che può essere determinata da germi assai vari che colpiscono in maniera episodica, difficilmente prevedibile, attraverso contatti/portatori sani, la cui identificazione è importantissima per sviluppare azioni di contenimento della diffusione dei germi stessi.
Possono causare la meningite batteri come il meningococco, lo pneumococco (l’agente della polmonite invasiva), l’emofilo influenzale, ma anche il bacillo della tubercolosi, così come stafilococchi, streptococchi e batteri coliformi , che però non danno origine alla malattia nella sua forma invasiva.
Nonostante la cassa di risonanza mediatica, dal punto di vista scientifico ed epidemiologico, la diffusione delle malattie invasive (meningiti e/o sepsi) è pressapoco identica a quella dell’anno precedente. Il patogeno più pericoloso, il meningococco, continua a essere responsabile, in Italia, di circa 200 casi l’anno, mentre le forme invasive prevenibili con vaccinazioni dello pneumococco sono in diminuzione.
Eppure, proprio in queste ore, su tutti i giornali e tg, è apparsa la notiiza di un nuovo caso: un bambino di sei anni è stato ricoverato ieri nell’ospedale di Città̀ di Castello (Perugia) per una meningite meningococcica.
Meningite bimbo ricoverato a Perugia
Il bambino è residente a Pistrino, nel Comune di Citerna e, secondo quanto comunicato dalla Asl, sta rispondendo bene alle terapie del caso ed è subito stato attivato il protocollo di profilassi. Non è stato ancora tipizzato il sierogruppo di meningococco responsabile del caso in questione.
In accordo con la direzione della scuola frequentata dal bambino tutti i compagni di classe e tutti gli altri alunni verranno sottoposti a chemioprofilassi.
In risposta alle preoccupazioni di chi ha avuto contatti con il bimbo, l’Usl 1 Umbria ribadisce che la situazione è sotto controllo, che non ci sono rischi per la popolazione e pertanto bisogna stare tranquilli. Ma la cosa, che forse più ha allarmato, è che il bambino aveva effettuato regolarmente le vaccinazioni contro il meningococco C.
Sempre in queste ore, un altro caso di meningite è stato registrato a Cuneo. Il paziente è un uomo intorno ai 50 anni, ricoverato nel tardo pomeriggio di lunedì all’ospedale Carle del capoluogo, nel reparto Infettivi.
Anche in questo caso si tratta di una meningite meningococcica di tipo batterico ma non è ancora noto il ceppo. Sono in corso le analisi di laboratorio per individuare il ceppo batterico che l’ha causata.
Ricordiamo che in Italia dal 1994 è attivo un sistema di sorveglianza dedicato alle meningiti batteriche che dal 2007 si è ampliato a includere tutte le malattie invasive da meningococco, pneumococco ed emofilo. La sorveglianza coordinata dall’Istituto superiore di sanità, è estesa a tutto il territorio nazionale.
Per i casi da meningococco, pneumococco ed Haemophilus influenzae il Dipartimento di malattie infettive, parassitarie e immunomediate dell’Iss effettua la caratterizzazione del microorganismo, indispensabile per la valutare la quota di casi prevenibili con vaccinazione e la comparazione delle caratteristiche fenotipiche e genotipiche dei ceppi responsabili di casi nel nostro Paese e negli altri Paesi europei.