Nanomedicina, si celebra il Nano World Cancer Day

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Ancora misconosciuta alla maggior parte della gente comune, la nanomedicina è una disciplina in costante crescita grazie alle scoperte scientifiche e tecniche che permettono risultati fino ad oggi insperati.

La nanomedicina è l’applicazione medica delle possibilità derivanti dalle nanotecnologie: essa si occupa quindi di tutte quelle conoscenze e quelle tecnologie che abbiano un utilizzo medico nell’ordine di grandezza dei nanometri (1-100 nm). Lavorando a tali dimensioni la nanotecnologia altera la tradizionale distinzione tra biologia, chimica e fisica.

La nanomedicina mira a fornire un insieme di strumenti di ricerca e di dispositivi clinicamente utili nel prossimo futuro: nel campo del futuribile, la nanotecnologia molecolare speculativa crede che le macchine riparatrici di cellule potranno rivoluzionare la medicina.

Proprio oggi, nel mondo, si celebra il Nano World Cancer Day, iniziativa lanciata nel 2013 dalla European Technology Platform on Nanomedicine ETPN con l’obiettivo di informare sulle potenzialità della nanomedicina come strumento di diagnosi e cura nella lotta contro il cancro.

Del resto, per gli esperti sembra ormai indubbio che la nuova frontiera per la cura contro il cancro proviene dalle nano-navette impiegate per sconfiggere ed eliminare le cellule responsabili del progredire della patologia.

Le nanoparticelle, opportunamente ingegnerizzate, sono infatti in grado di veicolare selettivamente i farmaci verso gli organi, i tessuti o le cellule malate, superando gli ostacoli posti dalle barriere biologiche che proteggono l’organismo proprio grazie alle loro particolari strutture. Possono interagire direttamente con il DNA e con altre molecole all’interno delle cellule, possono riparare e costruire tessuti ma anche pattugliare il corpo a scopo diagnostico, intercettando infezioni o visualizzando i virus.

Nanomedicina, si celebra il Nano World Cancer Day

Nanomedicina si celebra il Nano World Cancer Day

Proprio qui in Italia, e nello specifico a Genova, sono state recentemente realizzate queste nano-navette in grado di muoversi all’interno dell’organismo umano malato per individuare le cellule affette dalla patologia tumorale e annientarle grazie al rilascio di specifici farmaci. In più, grazie ad un’azione combinata, si riesce anche a salvaguardare le cellule sane e i tessuti circostanti, prevenendo il rischio di una degenerazione.

Sono passati più di vent’anni da quando i primi farmaci trasportati da nanoparticelle sono entrati in uso clinico; da allora, questa nuova disciplina non ha smesso di crescere. I settori più promettenti riguardano i chemioterapici, il trattamento di malattie infiammatorie e neurodegenerative, gli antivirali, la terapia genica e la medicina rigenerativa.

Tra gli obiettivi delle nano-particelle navette anche quello di prevenire i tumori elaborando una diagnosi precoce salva-vita. L’azione combinata dei farmaci inoltre rafforzerebbe lo stato delle difese immunitarie indebolite dal progredire della patologia spesso mortale, realizzate in materiali soffici al punto da rasentare la stessa composizione delle cellule sanguigne.

Secondo uno studio della Food and Drug Administration pubblicato su Nature sono sempre più numerose le richieste di registrazione di nanofarmaci presentate all’autorità regolatoria americana. Si tratta principalmente – fanno sapere dall’Agenzia – di nuovi farmaci investigazionali (65 per cento delle richieste), il 17 per cento riguarda invece nuove applicazioni di farmaci esistenti.

Ricordiamo che la nanomedicina rappresenta già una grande industria, con fatturato miliardario, e se si prende in considerazione la sua costante crescita, ci si aspetta un impatto sempre più significativo nell’economia.

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