Onde gravitazionali, rivelatori 3.0 per carpirne i segreti

VEB

Arrivano i rivelatori 3.0 per osservare meglio le onde gravitazionali.

Risale a quasi un anno fa l’annuncio che, sotto il profilo scientifico ma non solo, aveva del sensazionale.

Per la prima volta erano state rivelate le onde gravitazionali, predette da Albert Einstein nella sua teoria della relatività.

Le onde gravitazionali si generano quando avviene un fenomeno esplosivo nello spazio di immensa portata, come ad esempio l’esplosione di una stella supernova o un fenomeno di collisione fra due stelle, oppure la fusione di due buchi neri.

Ma l’osservazione di queste onde non è facile, anzi, è stata estremamente difficoltosa, almeno fino a quando non sono stati messi a punto degli strumenti scientifici altamente perfezionati che ne hanno appunto consentito la rilevazione.

Da un anno a questa parte, gli astronomi si sono attivati per mettere a punto strumenti ancora più precisi e performanti, concepiti soprattutto per avere una maggiore stabilità dei laser utilizzati e un migliore rapporto fra segnale e disturbo.

Il famoso astronomo Benno Willke, del Max Planck Institute for Gravitational Physics, spiega: “Abbiamo fatto significativi progressi per aumentare la sensibilità dei rivelatori per onde gravitazionali 3.0, di cosiddetta terza generazione, come l’Einstein Telescope, che dovrebbe essere 10 volte più sensibile”.

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