Una volta i governi si affidavano a forze speciali, veri e propri ordini creati ad hoc per scoprire i segreti celati dei cittadini, ma oggigiorno c’è un modo più veloce e sicuramente più economico per spiare i propri cittadini: basta chiedere a Twitter.
Fra il 1 gennaio e il 30 giugno di quest’anno, Twitter ha riscontrato un aumento del 52% delle richieste di informazioni su account sospetti, cosa che interesserebbe il 78% degli utenti di Twitter, Vine e Periscope.
Il 56% delle richieste arrivava dagli Stati Uniti, seguite poi da Giappone, Turchia e Regno Unito. Solamente il 12% delle richiesta arrivava da enti non governativi. Sul totale di 4.363 richieste arrivate, il sito di microblogging ha fornito informazioni sul 58% di esse.
Ciò che viene chiesto dai governi sono le mail degli utenti e i loro indirizzi Ip, ovvero la posta elettronica e il server da cui twittano. Le richieste vengono avanzate soprattutto in relazione a indagini criminali, mentre quelle relative a situazioni di emergenza sono in percentuale minore.
Il report diffonde anche i dati sulle richieste di rimozione dei contenuti per ragioni di copyright, aumentate dell’11% nel semestre. L’Italia dal canto suo ha invece avanzato 43 domande di informazioni sugli account, ottenendo risposta nel 16% dei casi.