È possibile divorziare direttamente in Comune, davanti all’ufficiale di stato civile, a condizione che ci sia un accordo consensuale tra i coniugi e che non vi siano figli minori, maggiorenni incapaci, portatori di handicap grave o non economicamente autosufficienti.
Questa procedura, inoltre, non può includere patti di trasferimento patrimoniale come la cessione di una casa. In sintesi, il divorzio in Comune è una via rapida ed economica riservata alle coppie che hanno già definito ogni aspetto della loro separazione e non hanno figli da tutelare. Si tratta di una soluzione pensata per semplificare la burocrazia e ridurre drasticamente tempi e costi, trasformando un percorso spesso lungo e complesso in un atto amministrativo.

Cos’è Esattamente il Divorzio in Comune?
Il divorzio in Comune, noto anche come “divorzio davanti al sindaco” (anche se tecnicamente ci si interfaccia con un ufficiale di stato civile da lui delegato), è una procedura semplificata introdotta in Italia con la Legge n. 55/2015, la stessa del cosiddetto “divorzio breve”. L’obiettivo del legislatore era chiaro: offrire un’alternativa concreta al tradizionale percorso in tribunale per le coppie che desiderano sciogliere il loro matrimonio in modo pacifico e senza complicazioni.
A differenza della procedura giudiziale, qui non ci sono avvocati a discutere, né un giudice a decidere. I protagonisti sono solo i due coniugi che, con una dichiarazione congiunta, esprimono la loro volontà di porre fine al vincolo matrimoniale. È una scelta di responsabilità e autonomia che lo Stato riconosce, a patto che siano rispettate alcune condizioni molto precise.
Quali Sono le Condizioni Indispensabili per Divorziare in Comune?
Non tutte le coppie possono accedere a questa corsia preferenziale. I paletti fissati dalla legge sono rigidi e servono a tutelare i soggetti più deboli, in particolare i figli, e a evitare che questioni complesse come le divisioni patrimoniali vengano gestite in modo superficiale.
1. L’Accordo Deve Essere Pienamente Consensuale
Il primo requisito, non negoziabile, è il consenso totale. Entrambi i coniugi devono essere d’accordo su ogni singolo aspetto del divorzio. Non deve esserci alcuna disputa, né sulla volontà di divorziare né sulle condizioni accessorie, come l’eventuale assegno di mantenimento. Se anche un solo punto è in discussione, la strada del Comune è preclusa e bisognerà rivolgersi al tribunale o alla negoziazione assistita.
2. L’Assenza di Figli Minori o da Tutelare
Questo è il vincolo più stringente. La procedura in Comune è vietata se la coppia ha:
- Figli minori.
- Figli maggiorenni incapaci (ad esempio, interdetti o inabilitati).
- Figli maggiorenni portatori di handicap grave (ai sensi della Legge 104/92).
- Figli maggiorenni non economicamente autosufficienti.
La logica è proteggere i figli, la cui tutela richiede la valutazione e l’omologazione di un giudice. Anche se un figlio maggiorenne studia e vive con un genitore, ma non ha un reddito proprio, la coppia non potrà divorziare in Comune.
3. Nessun Trasferimento Patrimoniale
L’accordo presentato in Comune non può contenere “patti di trasferimento patrimoniale”. Cosa significa? In parole semplici, non si può usare questo accordo per decidere il passaggio di proprietà di beni, come la casa coniugale, un’auto o conti correnti. Per queste operazioni è necessario un atto notarile o un accordo omologato dal tribunale.
Attenzione però: è possibile prevedere un assegno di divorzio. La legge consente di inserire nell’accordo un obbligo di pagamento di una somma periodica (solitamente mensile) a favore di uno dei due coniugi. È invece escluso il versamento di una somma una tantum, ovvero in un’unica soluzione, perché configurerebbe un trasferimento patrimoniale.
Come Funziona la Procedura Passo Dopo Passo? 밟
Se rientrate nelle condizioni richieste, il percorso è sorprendentemente lineare.
- Presentazione della Richiesta: I coniugi devono presentare una richiesta congiunta all’ufficiale di stato civile del Comune di residenza di uno dei due, o del Comune in cui è stato celebrato o trascritto il matrimonio.
- Redazione dell’Accordo: L’ufficiale di stato civile riceve la dichiarazione dei coniugi e redige l’accordo di divorzio, che verrà sottoscritto da entrambi.
- Appuntamento per la Conferma: A questo punto, l’ufficiale fissa un nuovo appuntamento. La legge impone un periodo di “riflessione”: la data per la conferma non può essere inferiore a 30 giorni dalla firma del primo accordo.
- Conferma Definitiva: Nel giorno stabilito, i coniugi devono ripresentarsi personalmente per confermare la loro volontà. Se non si presentano, l’accordo perde efficacia. Se confermano, il divorzio diventa effettivo da quella data e viene annotato negli archivi di stato civile.
Vantaggi Principali: Costi e Tempi
I benefici di questa procedura sono evidenti e si riassumono in due parole: risparmio e velocità.
- Costi: Il costo è irrisorio. Si limita al pagamento di un diritto fisso di 16 euro. Un risparmio enorme se si pensa alle parcelle degli avvocati e ai costi vivi di una causa in tribunale, che possono ammontare a diverse migliaia di euro.
- Tempi: L’intero processo si conclude in poco più di un mese. Una volta firmato il primo accordo, basta attendere i 30 giorni obbligatori per la conferma. Un’eternità in meno rispetto ai mesi, se non anni, necessari per un divorzio giudiziale.
FAQ: Domande Frequenti sul Divorzio in Comune
È necessario un avvocato per divorziare in Comune? No, la presenza di un avvocato non è né necessaria né prevista. La procedura è pensata per essere gestita in totale autonomia dai coniugi. Questo contribuisce a mantenere i costi estremamente bassi, rendendo il divorzio accessibile a tutti, indipendentemente dalla loro situazione economica.
Quanto tempo deve passare dalla separazione per chiedere il divorzio in Comune? Valgono gli stessi termini del “divorzio breve”. Devono essere trascorsi almeno 6 mesi dalla separazione consensuale (omologata in tribunale, tramite negoziazione assistita o conclusa in Comune) o 12 mesi in caso di separazione giudiziale, a partire dalla data dell’udienza presidenziale.
Cosa succede se uno dei due coniugi cambia idea dopo il primo appuntamento? L’accordo ha bisogno di una doppia conferma. Se uno dei due coniugi, o entrambi, non si presenta al secondo appuntamento fissato dopo 30 giorni, la procedura si interrompe automaticamente e l’accordo perde ogni efficacia. Non ci sono conseguenze legali; semplicemente, il divorzio non avviene.
Possiamo scegliere un Comune diverso da quello di residenza? Sì, ma le opzioni sono limitate. La richiesta può essere presentata alternativamente presso: il Comune di residenza di uno dei due coniugi, oppure il Comune presso cui il matrimonio è stato celebrato (se matrimonio civile) o trascritto (se matrimonio religioso).
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