Resistenza agli antibiotici miete migliaia di vittime in Italia

VEB

Negli ultimi mesi abbiamo avuto modo di parlare più volte di resistenza agli antibiotici, dato che persino l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha lanciato il suo allarme: senza un rapido e coordinato intervento, il mondo è destinato ad avviarsi verso un’era post-antibiotica in cui infezioni comuni, facilmente curabili per decenni, potrebbero tornare a uccidere.

Se gli antibiotici sono infatti una risorsa molto importante per la salute poiché, a partire dalla loro scoperta, hanno contribuito in modo determinante ad impedire la diffusione delle infezioni batteriche, allo stesso tempo il loro abuso è deleterio e pericolosissimo.
Senza aspettare che le drammatiche previsioni sul futuro si realizzino, già oggi i numeri dell’Italia sono preoccupanti: con più di 10.000 decessi ogni anno, sul totale di circa 33.000 in tutta Europa, l’Italia è il paese con il più alto numero di morti dovute alla resistenza agli antibiotici.

E se qualcuno pensa che basta non abusare degli antibiotici per stare al sicuro, gli esperti spiegano che “anche una persona che non abbia mai assunto antibiotici corre il rischio di avere un’infezione da batteri resistenti”.

Un esempio? Basta andare in ospedale: per i ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), su 9 milioni di ricoveri in ospedale, si riscontrano ogni anno da 450mila 700mila casi di infezioni. Si tratta del 5-8% di tutti i pazienti ricoverati, principalmente bambini e anziani.

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