Selen e Rocco Siffredi, riflessioni su un passato a hard

VEB

Selen e Rocco Siffredi, il loro passato a luci rosse: riflessioni, pensieri e quella sorta di “brutalità” o addirittura di “violenza” descritta dall’ex attrice a luci rosse oggi semplicemente Luce Caponegro. Il passato è passato certo, ma molte cose ci accompagnano sempre nel nostro presente, difficile venirne fuori o non tornarci con la mente.

A dire il vero l’Italia non ha prodotto una gran quantità di pornostar. Dalle parti nostre il porno è un po’ all’amatriciana, non è di qualità.

Nulla a che vedere con l’immensa produzione d’oltreoceano che ha arricchito molta gente.

D’altro canto, qualsiasi cosa si faccia in America, è più grande e più bella; e soprattutto più ricca.

Anche i film a luci rosse. Da noi non molti attori e attrici ad attendere a questa nobile professione.

Fra questi spiccava illo tempore, cioè una ventina di anni fa e forse di più, la grande Luce Caponegro, in arte Selen, compagna di avventure di artisti del calibro, in tutti i sensi, di Rocco Siffredi.

Per non parlare della bellissima Ilona Staller e della ineguagliata, fantasmagorica Moana Pozzi, oltre alla meravigliosa Jessica Rizzo.

Selen, intervistata dal Corriere della Sera, ricorda quei tempi e si apre.

Parla dei suoi amori, della femminilità, del suo passato in generale.

E spiega che non ha assolutamente alcun rimorso per il suo passato.

E perché, in fondo, dovrebbe averne? Dice l’ex pornostar: “Da giovane ero un cavallo pazzo, vivevo con irruenza le passioni e non consideravo le conseguenze delle mie azioni e delle mie scelte. Oggi sono più riflessiva, anche se quando mi innamoro perdo lucidità”.

“La molla fu la curiosità nei confronti della sessualità. C’era una componente di esibizionismo. Ho vissuto di estremi. Pensare che oggi è il contrario, il lasciarmi andare è un fatto eccezionale. Li ho conservati quei film, non li guardo mai… Non l’ho fatto per soldi, ma come esperienza di vita. Era brutto vedere le ragazze dell’est costrette al sesso estremo sei ore di seguito per un capriccio del regista”.

Con una scena guadagnavano la paga di un anno a Budapest. Lo squallore, la droga. Ma circola anche della Tv dove c’è più ipocrisia che nell’hard. Ho fatto tutto alla luce del sole. Avevo un contratto capestro, gli ultimi tempi sono stati una tortura, la trasgressione era diventata un lavoro odioso. Ho dovuto fare film quando volevo smettere, cercando di costruire ciò che ho sempre desiderato, una famiglia”.

Poi Selen parla, o cerca di parlare, di Rocco Siffredi, il mito: “Era un violento”.

E poi non riesce a dire altro. Evidentemente non un bel rapporto col superdotato.

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