Se l’obiettivo era sensibilizzare le donne sul loro orologio biologico, l’effetto è stato diametralmente opposto: tutte le donne d’Italia si sono ribellate Fertility Day, ritenendo inconcepibile che il governo voglia arrogarsi il diritto di mettere bocca in una scelta personalissima come è senza dubbio quella della maternità.
Sono piovute critiche da ogni dove, i social si sono scatenati con migliaia di vignette sbeffeggianti Beatrice Lorenzin, ministro promotrice dell’iniziativa, e naturalmente ha voluto dire la sua anche Selvaggia Lucarelli, che è imbattibile quanto a lingua lunga e commenti al vetriolo.
“La bellezza non ha età, la fertilità sì” – “Datti una mossa! Non aspettare la cicogna” – “Genitori giovani. Il modo migliore per essere creativi” – “La fertilità è un bene comune”: frasi giudicate da molti come discriminanti verso quanti non vogliono o non possono avere figli.
Tra questi slogan, per la Lucarelli: “Vince ‘La bellezza non ha età. La fertilità sì’. E vince perché non è solo stupido e superficiale come quelli citati in precedenza. Vince perché ferisce. Ferisce proprio le donne che non avevano bisogno di uno slogan imbecille per ricordarsi che la fertilità non è per sempre. Quelle donne che ci provano ma non ce la fanno. Perché sono sfortunate e basta. Perché soffrono di endometriosi e altre patologie bastarde. Perché hanno subito cure mediche o operazioni invasive. Perché non hanno incontrato l’amore o l’hanno incontrato quando era rimasta poca sabbia nella clessidra. Perché hanno avuto compagni che non volevano. O non potevano. Perché non è andata come avrebbero desiderato e invidiano gli uomini con la loro fertilità a lunga durata, come le batterie al litio. Questo è lo slogan che vince, ministro Lorenzin. Perché non offende solo la nostra intelligenza ma anche, e soprattutto, la nostra sensibilità”.
Per la blogger quindi l il governo dovrebbe pensare più ad un “sensibility day” che ad un “fertility day”.
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