Solitudine, qualche minuto al giorno da soli bene per lo stress

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In genere, quando si parla di solitudine, si fa riferimento alla sua eccezione più negativa.

La solitudine è una caratteristica dei tempi nostri, è una condizione ontogenetica che si è sviluppata di pari passo con l’evoluzione filogenetica del genere umano.

La solitudine, nel 15%-30% della popolazione attuale, è uno stato cronico e ha conseguenze sulla cognizione, sulle emozioni, sul comportamento e sulla salute. Particolarmente esposti sono i più anziano.

Capita infatti spesso che gli anziani soffrano di depressione a causa dell’isolamento sociale, tanto che, nel “Piano d’azione sulla salute mentale per il 2013-2020”, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) descrive la popolazione anziana come un gruppo vulnerabile a elevato rischio di disturbi mentali, proprio a causa della lunga solitudine.

La solitudine predispone alla malattia quanto il fumo, l’obesità o la pressione alta, e può a lungo andare indebolire anche le difese immunitarie. Tra le cause dei suicidi e dei tentativi di suicidio, l’isolamento è una delle più frequenti. Sono poi noti i legami della solitudine con la depressione, la bassa autostima, alcune forme di nevrosi, sintomi ansiosi, tendenze aggressive: tutti stati d’animo alterati o incerti oggi particolarmente diffusi.

Solitudine qualche minuto al giorno da soli bene per lo stress

Solitudine qualche minuto al giorno da soli bene per lo stress

L’isolamento sociale ed emozionale aumenta la percezione di minaccia e la vigilanza, i sentimenti di vulnerabilità, la possibilità di ammalarsi e la mortalità. Diminuisce la qualità del sonno.

La solitudine può essere quindi una sofferenza, ma attenzione, può essere anche una risorsa. Del resto, come cantava Gaber «è indispensabile per star bene in compagnia»: coltivare il dialogo interiore, prendere coscienza del se’ più autentico, diventa una forma di autoterapia.

La solitudine è indiscutibilmente la migliore via per avvicinarci a noi stessi. Solo quando siamo soli, con l’unica compagnia dei nostri pensieri, siamo capaci di concentrarci su noi stessi, di saper apprezzare la nostra stessa compagnia.

Imparare a convivere con sé stessi, a godere della sola compagnia dell’io è un esercizio molto importante per conoscersi come persona che ci donerà forza e autostima, e che ci insegnerà a rispettare noi stessi.

Inoltre, una nuova ricerca svela, ad esempio, i vantaggi di passare ogni giorno un quarto d’ora da soli dedicandosi ad attività come lettura, meditazione o semplicemente pensando.

Nello specifico, secondo un test sostenuto nell’Università di Rochester a New York l’isolamento, se breve, comporta uno stato di serenità ed elimina l’agitazione.

Nel test al gruppo di persone che hanno partecipato all’esperimento è stato chiesto di restare da solo per circa 15 minuti subito dopo aver sostenuto una conversazione. Subito dopo il momento di “solitudine” a queste stesse è stato chiesto di compilare un questionario.

Ebbene dalle risposte fornite è emerso che di fatto coloro che avevano avuto un momento di solitudine hanno di conseguenza esternato meno emozioni negative come ad esempio l’agitazione oppure lo stato d’ansia.

Una prova successiva ha dimostrato su oltre cento persone che i vantaggi di pace e relax non dipendevano da come si trascorresse quel benefico lasso di tempo: che si leggesse un libro, o si vagasse liberamente con il pensiero, comunque il risultato in termini di benessere c’era. Sebbene dopo un quarto d’ora in alcuni si manifestasse una certa sensazione di solitudine, in senso negativo questa volta.

La ricerca, come hanno riferito gli stessi autori nel testo del lavoro, ha quindi indicato che la solitudine, sebbene attenui gli aspetti anche positivi della socialità, può favorire il benessere mentale, decomprimere.

Lo stare soli qualche minuto è in definitiva la migliore cura alla vita soffocata dagli stati d’ansia che affrontiamo tutti i giorni.

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