Soviet Soviet, musicisti italiani trattati come immigrati in Usa

VEB

Da quando gli Stati Uniti hanno Donald Trump come nuovo presidente, i controlli anti immigrazione si sono a dir poco intensificati: nel paese ormai si respira un’aria di intolleranza che non risparmia proprio nessuno, italiani compresi.

Il gruppo italiano Soviet Soviet, ad esempio, è stato espulso dagli Stati Uniti per aver cercato di esibirsi al SXSW, il festival musicale South by Southwest. Il gruppo è stato arrestato e ha poi trascorso una notte in carcere per “immigrazione illegale” prima di essere inviato in Italia nei giorni scorsi.

Nello specifico, il gruppo alternative rock italiano era sbarcato a Seattle per tenere una serie di concerti promozionali gratuiti. I musicisti sono stati prima fermati all’aeroporto della metropoli americana e interrogati per ore. Poi sono stati arrestati e infine espulsi come immigrati clandestini. Negli Usa è prassi richiedere il visto lavorativo ai musicisti che si presentano con gli strumenti in aeroporto. La band era sprovvista del documento.

A un certo punto le forze di sicurezza hanno anche sequestrato i loro telefonini, impedendo ai membri del gruppo di contattare le loro famiglie e i conoscenti negli Usa. I Soviet Soviet hanno tentato, invano, di spiegare agli agenti che avrebbero suonato gratuitamente nel tour e che per questo ritenevano di non aver bisogno del documento richiesto.

“Siamo stati trattati come dei criminali, come dei clandestini”, denunciano i Soviet Soviet in un post su Facebook.

“Ci hanno dichiarato immigrati clandestini anche se la nostra intenzione non era quella di trovare lavoro sul suolo americano né tantomeno quello di non tornare in Italia”, continua il messaggio.

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