Tatuaggi hi-tech possono essere utilizzati per monitorare i pazienti

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Con gli anni il tatuaggio ha forse perso il suo iniziale fascino, molti anni fa questa “pratica” era legata ad un vero e proprio stile di vita, voleva trasmettere un messaggio, era insomma il linguaggio di “pochi” che realmente sentivano il bisogno di tatuarsi un messaggio uno stato d’animo, oggi invece è diventata una moda ed è semplicemente una decorazione corporale, che però in realtà è antichissima. Tale pratica, infatti, è in realtà nata per sottolineare, in modo permanente, l’appartenenza ad un gruppo, ad una particolare popolazione, una classe politica, una classe spirituale, un esercito, una setta e via discorrendo.

Tatuarsi era comune anche tra antichi egizi e romani, indiani d’America, nomadi musulmani africani e maori: ad ognuna di queste popolazioni corrispondevano precisi disegni decorativi e significati.

Oggi, l’uso di questi simboli ha trasceso lo scopo spirituale o tribale originario ed è diventato, piuttosto, una ricerca personale d’espressione, una forma di trasgressione e un fenomeno di tendenza.

Le statistiche dicono che il 15% degli adulti e il 30% dei più giovani hanno un tatuaggio. Negli Usa le percentuali salgono: 4 adulti su 10 ne hanno almeno uno. E nel 2012 il numero di donne che si è fatta tatuare ha superato quello degli uomini.

E ultimamente i segni sulla pelle si uniscono sempre più intrinsecamente alla tecnologia.

I tech tats potrebbero in un prossimo futuro diventare la punta di diamante dei fitness tracker, lo standard per il rilevamento medico (verifica dello stato di salute del paziente, anamnesi da remoto), un avanguardistico allarme biometrico per chi lavora in condizioni di rischio (miniere, operatori di volo, ambienti ostili), il nostro portafogli a fior di pelle, un documento d’identità.

Tatuaggi, utilissimi quelli hi-tech per monitorare i pazienti

Tatuaggi utilissimi quelli hi-tech per monitorare i pazienti

Proprio in queste ore arriva la notizia di tatuaggi hi-tech stampati con inchiostri biocompatibili che aderiscono perfettamente alla pelle per effettuare elettrocardiogrammi e altri test diagnostici: è il progetto di ricerca tutto italiano nato dalla collaborazione tra Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Istituto italiano di Tecnologia di Genova e Università Statale di Milano.

Il team di ricerca del centro Iit di Pontedera guidato da Francesco Greco ha lavorato insieme al gruppo dell’Università degli Studi di Milano coordinato da Paolo Cavallari e all’equipe di Christian Cipriani dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna.

In sostanza, sono stati realizzati nuovi sensori ancora più sottili e leggeri in cui connessioni e interconnessioni esterne sono integrate in modo diretto nel tattoo.

I nuovi elettrodi sono flessibili, in grado di aderire alla pelle conformandosi alle sue rugosità e realizzabili nella forma che meglio si adatta alle asperità dell’area del corpo dove devono essere applicati per poter rilevare con miglior precisione il segnale elettrico di interesse, potendo essere applicati anche in parti del corpo un tempo impensabili, per esempio sul volto.

Si tratta di sensori asciutti, che riescono a trasmettere correttamente il segnale elettrico per 3 giorni, a differenza dei normali elettrodi che necessitano di un gel per interfacciarsi con la pelle e che mantengono la loro efficienza al massimo per 8 ore prima di asciugarsi. Al termine dell’utilizzo i nuovi sensori vengono lavati via con acqua e sapone, proprio come i comuni tatuaggi temporanei.

I nuovi sensori rappresentano inoltre il primo caso di elettrodi perforabili funzionanti. La tecnologia sviluppata consente infatti a peli e capelli di crescere attraverso la superficie dell’elettrodo, aspetto rilevante per attuare elettroencefalogrammi accurati per lungo tempo: spesso la crescita dei capelli dei pazienti sposta infatti l’elettrodo, rendendo imprecisa la misurazione.

“Il nostro obiettivo per il futuro – ha dichiarato Laura Ferrari, del Sant’Anna di Pisa e prima autrice del paper – è continuare a fare ricerca per realizzare elettrodi tatuabili wireless con transistor integrati, per avere ricezione e amplificazione del segnale nello stesso dispositivo”. “Con i nuovi elettrodi potremo registrare segnali elettrofisiologici sulla pelle dei pazienti e degli atleti per lunghi periodi e senza intralciare o impedire le normali attività. Crediamo sia un bel vantaggio”, ha commentato invece Paolo Cavallari.

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