Bestemmia su Rai Uno, si fa avanti l’autore e si scusa

VEB

E’ stato “recuperato” il famoso autore della bestemmia passata in sovraimpressione durante la serata dell’ultimo dell’anno andata in onda sulla Rai, una serata che è diventata ormai un caso nazionale.

Nonostante siano passati ormai 5 giorni, la polemica non si arresta, soprattutto dopo che è intervenuto persino l’Osservatorio Vaticano, denunciano come pur di fare audience la televisione sia disposta a mandare in onda qualsiasi cosa, senza nessun tipo di censura.

Inutile quasi sottolineare che ci riferiamo al biasimevole episodio per cui, durante il concerto di Capodanno trasmesso da Matera su Rai Uno, sia comparso in sovra impressione un sms inviato da un telespettatore, contenente una bestemmia che non era stata censurata.

Sospeso immediatamente il tecnico che non ha messo in atto la censura, ma nel frattempo si è fatto avanti su Facebook l’uomo che ha mandato l’sms incriminato, che potrebbe costare addirittura il lavoro al tecnico sotto accusa per negligenza.

Vito Zingarelli da Taranto, in arte Cobra, l’autore della bestemmia dal suo profilo Facebook, creato appositamente per l’improvvisa celebrità, rivendica la “burla” che dal primo gennaio è all’onore di tutte le cronache.

«Meglio una bestemmia che l’immondizia fuori al balcone», scrive su Facebook Vito, studente di Taranto, che per il suo gesto si è scusato ma continua a ricevere critiche. «Merda su merda per un messaggio – scrive sul social – ci scandalizziamo per un messaggio e non facciamo caso alla guerra mondiale che c’è stata come sempre in mezzo alle strade, e all’inferno che hanno subito i cani, come il mio, per colpa dei botti».

“E’ stata una cretinata – dice in una intervista al “Corriere della Sera” -, la state facendo diventare chissà che”. E poi spiega: “Ero teso perché i botti avevano fatto spaventare il mio cane”.

Un pensiero va al funzionario che ora rischia il posto. “Mi dispiace se ho creato problemi a quel signore – conclude Vito -. E chiedo scusa a tutti quelli che si sono offesi. Però non mi massacrate”.

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