Botulismo, il primo caso in un bambino in Piemonte

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Il botulismo è una malattia infettiva causata dal batterio Clostridium botulinum, responsabile di una grave paralisi flaccida.

Questo microrganismo vive nel suolo, in assenza di ossigeno, e produce spore che possono resistere all’ambiente esterno anche per un lungo periodo finché non incontrano condizioni adatte alla crescita del batterio stesso.

Questo microrganismo produce 7 tipi di neurotossine antigenicamente distinte, che interferiscono con il rilascio dell’acetilcolina nelle terminazioni nervose periferiche. Quattro di queste tossine (tipi A, B, E e, raramente, F) risultano altamente velenose per gli esseri umani.

Il C. botulinum è stato descritto per la prima volta nel 1897 da Emile van Ermengem, dopo un’epidemia di infezione alimentare a Ellezelles in Belgio. La malattia prende il nome dal termine latino botulus (salsiccia) perché la sua descrizione fu associata inizialmente al consumo di salsicce preparate in casa.

I sintomi del botulismo alimentare insorgono bruscamente; di solito, iniziano dopo 12-36 ore dall’ingestione della tossina, ma il periodo di incubazione può variare da 4 ore a 8 giorni. Nausea, vomito, crampi addominali e diarrea precedono i disturbi neuromuscolari. Seguono, quindi, debolezza generale e paralisi flaccida (ossia la muscolatura è ipotonica). La paralisi è tipicamente bilaterale, simmetrica e progredisce seguendo uno schema discendente, a partire dai nervi cranici verso la muscolatura periferica e respiratoria.

I muscoli respiratori, delle estremità e del tronco diventano progressivamente più deboli. La stipsi è frequente. Non ci sono deficit sensoriali e anche la febbre è assente. Il maggior pericolo per la vita deriva dal danno respiratorio e dalle sue complicanze (paralisi del diaframma, infezioni polmonari e insufficienza respiratoria).

Le possibilità di sopravvivenza dal botulismo aumentano in funzione dell’immediatezza con cui si fa ricorso ai soccorsi; l’antagonismo alla tossina botulinica è possibile con la somministrazione di un’antitossina nelle prime ore dalla comparsa dei sintomi. Quando compaiono gravi segni di rigidità cefalica e facciale è necessario un soccorso immediato, con ricovero d’urgenza in reparto di rianimazione, somministrando ossigeno in sovrapressione durante il tragitto (C-PAP), fino anche all’intubazione. Il recupero è molto lento e la maggior parte dei pazienti va incontro a guarigione dopo settimane o mesi.

Botulismo, il primo caso in un bambino in Piemonte

Botulismo, il primo caso in un bambino in Piemonte

Il botulismo può colpire gli adulti, ma purtroppo anche i bambini: proprio in queste ore, in Piemonte, si è registrato il primo caso di botulismo infantile della regione.

Un bimbo piemontese di 5 mesi è stato infatti ricoverato in ospedale a Roma proprio per botulisimo: a causare l’intossicazione, secondo quanto ha accertato l’istituto zooprofilattico del Piemonte, è stato il miele che i genitori gli avevano dato il giorno prima di partire per una vacanza nella capitale.

Le prime avvisaglie che qualcosa non andava sono apparse durante il viaggio verso Roma. Il bimbo piemontese ha iniziato ad accusare sintomi che hanno messo in allarme i genitori. Tra questi si sono manifestati un rallentamento dei riflessi, difficoltà nel controllo dei movimenti della testa e problemi respiratori – tutti sintomi tipici che non sfuggono a un medico.

L’esame delle feci ha quindi mostrato la presenza della tossina botulinica, o botulino. Allo stesso tempo, l’esame del miele che era stato dato a piccolo ha confermato che era questa alimento la causa dell’intossicazione.

Come abbiamo detto, è il primo caso in Piemonte: il botulismo infantile è una malattia grave, rara, che può essere mortale se non diagnosticata in tempo dato che il Clostridium botulinum produce una tossina considerata il veleno naturale più potente al mondo.

La direttrice Maria Caramelli, intervistata da Repubblica, avverte sui pericoli che il miele può causare su bimbi di età inferiore a un anno: “Il botulismo infantile è una malattia grave, rara, che può essere mortale se non diagnosticata in tempo, e che colpisce i bambini di meno di un anno. Il miele è un alimento con preziose proprietà e il suo consumo non va assolutamente considerato controindicato in alcuna categoria di persone, se non nei lattanti. E’ importante ricordare ai genitori che l’Organizzazione mondiale della sanità e la Food and Drugs administration raccomandano ufficialmente di non somministrare miele ai bambini. E in Francia l’avvertimento è riportato anche sulle etichette”.

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