Nikola Tesla, uno dei più grandi innovatori della storia moderna, è spesso avvolto da un’aura di mistero. Le sue invenzioni visionarie, molte delle quali fondamentali per lo sviluppo dell’elettricità e delle telecomunicazioni, sono oggi celebrate in tutto il mondo. Eppure, negli ultimi anni della sua vita, Tesla visse in povertà e isolamento, morendo da solo in una stanza d’albergo a New York nel 1943, all’età di 86 anni.

Con una biografia così affascinante e tragica, non sorprende che intorno a Tesla siano nate numerose leggende – tra cui quella legata alle sue presunte ultime parole. Negli ultimi anni, infatti, è circolata online una frase attribuita all’inventore che ha suscitato forti emozioni tra gli appassionati:
“Tutti gli anni che ho trascorso al servizio dell’umanità mi hanno portato solo insulti e umiliazioni.”
Una dichiarazione amara, toccante, e apparentemente in linea con la parabola discendente che segnò gli ultimi anni della sua esistenza. Ma c’è un problema: questa frase non è autentica.
Un falso smascherato: parla il Museo Nikola Tesla
Secondo quanto riportato dal Museo Nikola Tesla di Belgrado, che custodisce la più grande collezione di documenti originali legati all’inventore, non esiste alcuna prova che Tesla abbia mai scritto o pronunciato questa frase. Il testo, che circola dal 2015, è stato inizialmente presentato come parte di una lettera scritta alla madre dell’inventore. Tuttavia, i curatori del museo hanno categoricamente smentito l’autenticità del documento, affermando che la cronologia è errata e lo stile linguistico è incompatibile con quello di Tesla.
Anche Marc Seifer, uno dei più autorevoli biografi di Tesla e autore del libro “Wizard: The Life and Times of Nikola Tesla”, conferma che non esistono fonti storiche affidabili che possano attribuire questa frase allo scienziato. Intervistato da numerosi media internazionali, Seifer ha sottolineato come questa affermazione sia stata probabilmente fabbricata da qualche sito web bosniaco nel 2006, e successivamente rilanciata senza verifica da decine di portali.
Perché crediamo alle false citazioni?
La fascinazione per le “ultime parole” di personaggi celebri è antica. Frasi come “Et tu, Brute?” o “Lasciatemi morire in pace” hanno spesso più a che fare con il mito che con la verità storica. Nel caso di Tesla, il suo status di genio incompreso lo rende un bersaglio perfetto per citazioni inventate che sembrano dare voce alla sua sofferenza e al suo isolamento.
Secondo un’analisi del MIT Media Lab, le notizie false si diffondono su Internet sei volte più velocemente di quelle vere, in particolare quando fanno leva su emozioni forti come la rabbia o la compassione. E nel caso di Tesla, il mito dell’inventore dimenticato è un terreno fertile per leggende digitali.
Tesla oggi: un’eredità scientifica più viva che mai
Nonostante le falsità che circolano sul suo conto, l’eredità di Nikola Tesla è oggi più viva che mai. La sua figura è celebrata in mostre, documentari, biografie e persino nella cultura pop. La casa automobilistica Tesla Inc., fondata da Elon Musk, porta il suo nome come simbolo di innovazione e rivoluzione tecnologica.
Il Museo Tesla di Belgrado continua a svolgere un ruolo fondamentale nella preservazione e divulgazione del vero lascito scientifico dell’inventore, smentendo leggende infondate e promuovendo studi approfonditi basati su fonti originali.
Conclusione
Le ultime parole attribuite a Nikola Tesla, cariche di dolore e disillusione, non sono mai state pronunciate da lui. Si tratta di una delle tante citazioni virali senza fondamento che trovano terreno fertile online. Fortunatamente, grazie al lavoro di storici e istituzioni come il Museo Nikola Tesla, è possibile restituire verità e dignità alla memoria di uno degli uomini più brillanti del XX secolo.