A chiunque lo si chieda, uomo o donna esso sia, saprà raccontare, seppure per sommi capi, la storia di Cenerentola.

Del resto chi può dire di non aver mai letto, ascoltato o visto in tv la storia della giovane bellissima, costretta dalla matrigna e dalle sorellastre, a vivere in povertà fino all’incontro fortunato col principe azzurro?
Ma, come accade sovente con le favole antiche, quella che conosciamo noi è solo la versione più moderna, più volte edulcorata, per renderla accettabile a tutti.
Nella versione dei Fratelli Grimm, nel 1822, la povera ragazza è orfana solo di madre, mentre il padre è complice della matrigna e delle sue due figlie mentre queste riempiono di angherie la giovane costretta a dormire nella cenere.
Gli aiutanti non sono topini ma colombe e tortore e non vi è nessuna fata madrina, ma un albero di ciliegio magico cresciuto sulla tomba della madre morta.
Ma le differenze più macabre, quelle che poi verranno eliminate del tutto nei secoli successivi, sono da rintracciare nella “celebre” prova della scarpetta.
Le due sorellastre, infatti, pur di calzare la scarpetta troppo piccola per loro sono disposte ad amputarsi, con un coltello, rispettivamente un dito ed il calcagno.
Ed alla fine della storia, sempre le due sorellastre, nel giorno del matrimonio di Cenerentola, cercano di ingraziarsi la giovane, ma vengono accecate da due colombe, punite quindi per la loro falsità e malvagità.