E’ possibile cancellare i ricordi traumatici?

VEB

I neurologi del Texas A&M perseguono un obiettivo di salute mentale per tutta la vita: indebolire o addirittura cancellare i ricordi associati alla paura, che possono alimentare il disturbo da stress post-traumatico (PTSD). Il loro lavoro, pubblicato sulla rivista Nature Neuroscience, individua infatti “una finestra”, ovvero un insieme di proteine ​​bersaglio, la cui inibizione permetterebbe di cancellare questi ricordi. Con quindi implicazioni terapeutiche per il trattamento dello stress post-traumatico.

possibile cancellare i ricordi traumatici
foto@Flickr

Molte squadre stanno lavorando verso questo obiettivo, assumendo che il significato di i ricordi sono malleabili, come hanno già dimostrato i ricercatori, in particolare del MIT: infatti, quando vengono richiamati, i ricordi richiedono la ricostruzione a partire da dati immagazzinati in diverse aree del cervello, di cui è teoricamente possibile mirare all’attivazione e alla connessione.

Questo studio sugli animali, condotto dal team del Dr. Stephen Maren, professore presso il Dipartimento di Scienze Psicologiche e del Cervello dell’Università, identifica un nuovo target, molecolare, al momento della riattivazione da stimoli di ricordi traumatici.

Alcune terapie cognitive, note come terapie di esposizione, utilizzano promemoria immaginari per richiamare, in un ambiente sicuro, i ricordi che alimentano il trauma del paziente. Tuttavia, mentre queste terapie cancellano gradualmente la natura traumatica di questi ricordi, non cancellano la memoria che ha causato il trauma.

Il ricordo del trauma è ancora lì e può venire a galla, che può portare a una ricaduta del disturbo da stress post-traumatico con i suoi sintomi di ansia e paura” spiegano.

L’obiettivo, idealmente, sarebbe quindi quello di poter isolare questa memoria “sorgente” e cancellarla definitivamente.

I ricercatori hanno quindi progettato un esperimento di condizionamento in cui un segnale viene associato indirettamente all’evento traumatico. Questo esperimento, condotto sui topi, mostra che quando l’animale viene nuovamente esposto, il segnale riattiva indirettamente la memoria dell’evento e aumenta l’attività nell’ippocampo, un’area chiave del cervello per la memoria. Questa riattivazione indiretta della memoria della paura da parte di questa riesposizione allo stimolo innesca anche la produzione di proteine ​​associate alla paura.

Infine, questo processo sembra poter essere bloccato inibendo la sintesi di queste proteine.

Pertanto, i ricercatori concludono che il recupero indiretto di ricordi traumatici, come l’esposizione a determinate immagini, apre una finestra terapeutica per la cancellazione dei ricordi che alimentano la paura patologica. Resta ora da tradurre questi dati molto sperimentali nella pratica clinica.

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