Ma ne uccide di più l’obesità o la solitudine? Questo l’oggetto di una ricerca che ha impegnato gli studiosi della Brigham Young University negli Stati Uniti
Come si fa per campare di più e magari un po’ meglio? Al giorno d’oggi, rispetto agli inizi del Novecento, campiamo quasi il doppio, vale a dire mediamente fra gli 80 e gli 85 anni.
Questo vuol dire in generale che, almeno nel mondo occidentale civilizzato, la qualità della vita è aumentata di molto, così come i progressi fatti dalla scienza medica. In particolare, in Italia, si vive più a lungo che in altri Paesi europei.
Segno di un sistema sanitario nazionale che, almeno fino a qualche anno fa, ha funzionato in maniera egregia, e segno soprattutto di un clima e di un’alimentazione decisamente buoni.
Non è un segreto che la dieta mediterranea sia una sorta di elisir di lunga vita. Se invece l’alimentazione è sbilanciata e tendiamo a diventare obesi, di là dalle fandonie del “grasso è bello”, di problemi se ne pongono molti e non indifferenti.
Non è un mistero che l’obesità è diventata uno dei nemici pubblici per molte popolazioni. Ma non è solo l’obesità a far paura, secondo recenti studi: l’isolamento sociale e la solitudine contribuiscono in maniera determinante al peggioramento delle condizioni di salute della gente.
Due nuovissime meta-analisi condotte dalla Brigham Young University negli Stati Uniti, hanno acclarato che la solitudine e l’isolamento sociale portano a un aumento del rischio di morte prematura di circa il 50%.
I dati sono stati analizzati e discussi al recente Congresso Nazionale degli Psicologi Americani, svoltosi a Washington. Intanto gli psicologi fanno una distinzione fra solitudine e isolamento sociale.
Mentre l’isolamento è la mancanza di contatto con gli altri individui, la solitudine viene definita come la condizione di chi è emotivamente disconnesso con gli altri. In sostanza una persona può sentirsi sola anche in presenza di altri individui.
Nel 2016 è stato svolto un sondaggio negli Stati Uniti, in base al quale il 75% delle persone ha dichiarato di essersi sentita sola a un certo punto della vita.
Fra questi, il 31% ha detto di aver provato questa condizione almeno una volta alla settimana. Il test è stato svolto su circa 2.000 cittadini.
Ma le meta-analisi non lasciano dubbi di sorta: chi intrattiene ottime relazioni sociali ha il 50% in meno di probabilità di morte prematura rispetto a chi è socialmente isolato. Vale a dire peggio di chi ha patologie come l’obesità o altre patologie cardiovascolari.