Vicini anche nella malattia, nella battaglia per la vita e nel dolore: così sono stati Renzo Arbore e Mariangela Melato, una coppia innamoratissima fino alla tragica scomparsa di lei, avvenuta nel 2013.
E ancora oggi non si spegne il dolore di Renzo per Mariangela, e il suo racconto è tenero e sentito come quello di uomo ancora profondamente innamorato della sua compagna può essere.
Non c’è ricordo, anche il più minuto, che non solleciti un pianto impetuoso di chi ancora non è riuscito a dare un senso alla perdita: “Non è facile raccontare Mariangela. Era una persona speciale. E non lo dico perché l’ho amata fino all’ultimo”.
Così la descrive a La Repubblica: “Era ricca di grazia, come seppe cogliere Alda Merini. Con la grazia faceva tutto: lavorava, amava, imparava, ballava. Ha saputo perfino morire con grazia”.
Lo showman ha rivelato come riuscì a conquistare l’attrice: “Quella sera io impunemente misi una chitarra nelle mani di Lucio Battisti, che cantò un brano ancora inedito: Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi”, ha raccontato Arbore. “Sembrava scritta per noi. Ci guardammo a lungo, poi una stretta di mano che diceva tutto. Cominciò così”.
Poi il dolore della perdita: “Ho trovato talmente ingiusta la sua malattia che mi sento colpevole di stare bene. E oggi che faccio teatro anche io con l’Orchestra Italiana, di fronte agli applausi penso che sia Mariangela a proteggermi da lassù”.