Storico accordo tra Santa Sede e Stati uniti per la trasparenza fiscale

VEB

Finalmente sembra che tutti gli stati del mondo, compresi quelli che da sempre si sono mostrati più reticenti, abbiano capito quanto sia importante, per la legalità ma anche per le casse dei singoli stati, la lotta all’evasione, e quindi a trasparenza tra i diversi istituti bancati.

In quest’ottima appare importante l’accordo firmato dalla Santa Sede, anche a nome e per conto dello Stato della Città del Vaticano, con gli Stati Uniti d’America, per favorire l’osservanza a livello internazionale degli obblighi fiscali e attuare la “Foreign Account Tax Compliance Act.

Hanno firmato per la Santa Sede, Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati, e, per gli Stati Uniti d’America, S.E. il Signor Kenneth F. Hackett, Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario degli Stati Uniti presso la Santa Sede.

È il primo «accordo intergovernativo formale» tra la Santa Sede e gli Stati Uniti e codifica l’impegno di entrambe le parti «a promuovere e ad assicurare un comportamento etico nel campo finanziario ed economico, informano le note ufficiali dell’intesa, che ricalca quanto di recente siglato con l’Italia.

Il documento disciplina lo scambio automatico di informazioni fiscali tra le autorità competenti delle due parti, «al fine di prevenire e contrastare l’evasione fiscale». L’Osservatore Romano ricorda che la firma di oggi segna un passo avanti nel percorso di trasparenza delle finanze vaticane iniziato già nel 2010 sotto l’allora pontefice unico Benedetto XVI e portato avanti con decisione da Papa Francesco.

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