Un’altra incredibile scoperta tutta italiana a conferma ancora una volta che nella sanità nostrana quello che non funziona è l’organizzazione e la burocrazia, e non certamente medici e ricercatori che invece rappresentano un’eccellenza che non sappiamo valorizzare abbastanza.
Un team guidato da scienziati italiani da anni in Usa ha individuato il meccanismo che favorisce il mantenimento delle cellule staminali neoplastiche del glioblastoma, il più aggressivo e letale dei tumori cerebrali. Cuore di questo meccanismo è una proteina, chiamata ID2, in grado di attivare una cascata di eventi che promuovono sia lo sviluppo che la progressione del glioblastoma.
«ID2 consente alle cellule più maligne del glioblastoma di adattarsi a condizioni anche molto sfavorevoli e continuare a moltiplicarsi», ha spiegato Anna Lasorella, scienziata italiana che, con il collega Antonio Iavarone, ha guidato il gruppo di ricerca. ID2 era già nota per le sue funzioni nel processo di differenziamento cellulare nella vita embrionale. La proteina viene disattivata quando le cellule smettono di dividersi e si differenziano. Nel glioblastoma, invece, è abnormemente attivata. Bloccando i meccanismi di attivazione di ID2, secondo gli autori dello studio si potrebbe frenare l’espansione del tumore.
Proprio bloccando i meccanismi di attivazione di ID2, i ricercatori intendono mettere un freno all’espansione del tumore o prevenirne la ripresa dopo un intervento chirurgico. Il glioblastoma, ricordano, è il tumore più frequente e maligno del cervello. Colpisce a tutte le età, inclusi i bambini, ma è più frequente tra i 45 e i 70 anni.