Nell’astuccio di ogni studente, come sulla scrivania di ogni lavoratore che usa la matita per le bozze dei suoi documenti o dei suoi disegni, c’è una cosa che non può assolutamente mancare: la gomma per cancellare.
Ormai si trova in tutte le forme ed i colori possibili ed immaginabili, ma essenzialmente c’è un dubbio amletico che attanaglia tutti: ma come fa la gomma a cancellare?
Cominciamo subito col dire che la gomma per cancellare è uno strumento in gomma, naturale o sintetica, che serve appunto a rimuovere meccanicamente inchiostri o tracce di grafite da supporti di scrittura o disegno.
La gomma per cancellare come la conosciamo noi oggi è originaria dell’America centro-meridionale e in particolare fu Cristoforo Colombo in uno dei suoi viaggi a “scoprirla”: era infatti utilizzata dagli amerindi che estraevano una sostanza viscosa dall’albero di caucciù, la scaldavano sul fuoco e successivamente la modellavano per creare palle con cui giocare ma anche oggetti di uso quotidiano.
Ma fu solo nel 1770 che il chimico inglese Joseph Priestley si accorse che la gomma era in grado di cancellare i segni a matita.
Ma come fa a cancellare?
In pratica, la gomma per cancellare funziona per abrasione del foglio: strofinata sulla carta ne porta via lo strato più superficiale e quindi la scrittura che vi si trova.
La gomma nello stesso tempo si consuma ed elimina, con le briciole, anche la scrittura cancellata, che altrimenti le rimarrebbe attaccata.