E’ allarma energy drink negli Stati Uniti. Nel corso dell’ultimo convegno dell’American Heart Association, è stato messo in evidenza il rischio avvelenamento soprattutto per i bambini che assumono energy drink. Una lattina di queste bevande può contenere fino a 150 mm di caffeina, mentre una tazza di caffè ne contiene solo tra i 40 ed i 100. Tra il 2010 ed il 2013 sono arrivate oltre 5.000 telefonate ai centri antiveleni, di cui 4 su 10 riguardavano bambini intossicati da energy drink.
Sono numeri ancora parziali, poiché non tengono conto dei bambini giunti direttamente in ospedale o che non sono stati seguiti con una cura medica dopo l’intossicamento da energy drink. Steven Lipschultz, medico pediatra dell’Ospedale infantile a Detroit, tiene a sottolineare la gravità di questo problema che forse si tende a minimizzare: “Gli avvelenamenti riportati dai 55 centri monitorati sono solo la punta dell’iceberg”.
I sintomi da avvelenamento da energy drink sono: convulsioni e agitazione, alterazione del battito cardiaco e disturbi digestivi. Non solo i bambini, ma anche persone adulte con problemi cardiaci e neurologici farebbero bene a non abusare di queste bevande, ancora meglio ad eliminarle. Il problema è anche la percezione della pericolosità degli energy drink. Uno studio effettuato dall’Università di Catanzaro ha rilevato che, su 870 studenti delle scuole superiori intervistati, solo il 13% era a conoscenza della gran quantità di caffeina. La maggior parte considera gli energy drink come un’aranciata o un integratore minerale che si usa durante lo sport.