Gli scienziati hanno provato a spiegare il legame tra li odori e i nostri ricordi.

Un articolo redatto da un gruppo di specialisti della Northwestern University School of Medicine (USA) è stato pubblicato sulla rivista Progress in Neurobiology.
È risaputo che gli odori sono in grado di evocare ricordi vividi, trasportandoci istantaneamente in un altro tempo e luogo. Questo fenomeno è descritto, ad esempio, da Marcel Proust nel romanzo “Alla ricerca del tempo perduto“. Le ragioni neurobiologiche di questo effetto non erano ancora chiare.
Secondo gli autori dello studio, il punto è che il sistema olfattivo umano nel processo di evoluzione ha mantenuto un “accesso privilegiato” all’ippocampo, la parte del cervello responsabile della formazione dei ricordi.
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Gli scienziati hanno confrontato il modo in cui i principali sensi, inclusi vista, udito, olfatto e tatto, sono “collegati” all’ippocampo. Si è scoperto con l’olfatto la percezione è unica: c’è una vera connessione a banda larga tra esso e l’ippocampo, che gli scienziati hanno paragonato a una “superstrada“.
Nel corso dell’evoluzione umana e dello sviluppo della cosiddetta neocorteccia, responsabile delle funzioni dell’attività nervosa superiore, si è verificata nel cervello una riorganizzazione del sistema di connessioni neurali, a seguito della quale le connessioni tra il l’ippocampo e i principali organi sensoriali erano diretti lungo una “deviazione”, attraverso una corteccia associativa intermedia.
Tuttavia, questi cambiamenti non hanno influenzato il senso dell’olfatto; questo sistema ha mantenuto l’accesso diretto all’ippocampo, hanno spiegato gli scienziati.
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