Qualche settimana fa ha fatto scalpore il caso di un bambino morto per malnutrizione a causa della dieta priva di glutine che i genitori gli somministravano, senza che fosse presente alcun tipo di allergia e intolleranza, e soprattutto senza consultare alcun medico.
Ed il dibattito sull’obbligo delle vaccinazioni per accedere alla scuola è veemente: sono migliaia le famiglie che si ribellano all’obbligo di vaccinazione, nonostante tutti i più illustri esperti del mondo ne ribadiscano l’efficacia e la necessità, per debellare per sempre virus che al contrario stanno tornando.
Un filo sottile, sottilissimo, quello che divide la libertà di scelta di ogni genitore dalla necessità di dare effettivamente il meglio ai bambini, e a confermarlo è una storia, tutta italiana, che in queste ore sta infiammando l’opinione pubblica, scandalizzando tantissimi e spingendo a riflettere.
Un bambino di sette anni sta lottando tra la vita e la morte per colpa di un’otite, di un batterio comunissimo che, in caso di febbre e dolore, un antibiotico avrebbe eliminato in due giorni.
Ma non è andata così per il piccolo di Cagli, in provincia di Pesaro, che quindici giorni fa ha iniziato ad avere dolore alle orecchie, ma i genitori non si sono rivolti al pediatra curante ma ad un medico omeopata che seguiva il bimbo dalla sua nascita.
L’omeopata ha “prescritto” solo rimedi naturali, solo che contro i batteri ci vogliono dei rimedi antibatterici, altrimenti si rischia che l’infezione si espanda e vada fuori controllo. E così pare sia appunto stato, tanto che dopo 15 giorni di dolore, il piccolo è caduto in coma a causa del pus che si è introdotto nel cervello.
I medici, dopo averlo sottoposto a una TAC hanno scoperto che il pus si era introdotto nel cervello causando diversi problemi, e intaccando l’equilibrio neurologico.
Spiegano i camici bianchi della rianimazione dell’ospedale Salesi: «Per una, due o tre volte l’infezione all’orecchio può essere sconfitta dalle difese del bambino che può espellere naturalmente il pus anche con la rottura del timpano. Ma questo non significa che vada sempre così. Il bambino non ha avuto altre patologie come la meningite. È stato aggredito da un’otite bilaterale, cioè ad entrambe le orecchie. Che andava fermata subito con un antibiotico comune».
Ora il piccolo è in coma e i medici, dopo aver fatto tutto il possibile, dichiarano che, a questo punto, «rimane solo la preghiera».