Se la Sanità italiana può vantarsi di medici ed operatori sanitari che rappresentano l’eccellenza, nonostante spesso siano costretti a lavorare in ospedali sovraffollati ed in strutture non sempre idonee, la magistratura dovrà invece far luce su uno “strano” caso che si è verificato a Sassari, per accertare eventuali irregolarità e responsabilità.
Tre medici del 118 che avevano dato la reperibilità sono stati indicati alla procura di Sassari dagli uomini dell’arma dei Nas: l’accusa di cui dovranno rispondere è omissione di atti d’ufficio.
Stando alla contestazione, i medici non avrebbero dato seguito alla chiamata per il trasporto di un malato di Tbc infettiva: avrebbero sostenuto la tesi che essendo proprio nella posizione di reperibilità non dovevano essere impiegati in quel momento per il trasporto del paziente affetto da Tbc infettiva. Secondo i sanitari, infatti, quel tipo di servizio avrebbe dovuto essere affrontato seguendo altre modalità operative.
I carabinieri dei Nas hanno pensato che nella risposta avversa, da parte dei 3 sanitari, alla chiamata di reperibilità per quella che è stata considerata come una emergenza – possa essere considerato il reato di omissione di atti d’ufficio.
Ora sarà la questura a dirimere la complessa questione e a procedere con eventuali sanzioni.